lunes, 15 de enero de 2007

L'identità

Quando sono andato a trovarlo all'ospedale, ha cominciato a raccontarmi certi suoi ricordi, fra cui una cosa che secondo lui avevo detto a sedici anni. In quel momento ho capito qual è l'unico significato dell'amicizia: è indispensabile all'uomo per il buon funzionamento della sua memoria. Ricordarsi del proprio passato, portarselo sempre dietro, è forse la condizione necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l'integrità dell'io. Per fare in modo che l'io non rimpicciolisca, che mantenga immutato il proprio volume, bisogna annaffiare i ricordi come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto regolare con i testimoni del passato - ossia con gli amici, che sono il nostro specchio, la nostra memoria. da loro non pretendiamo altro se non che, di tanto in tanto, lucidino quello specchio perché noi ci si possa guardare dentro. Ma io me ne infischio di quello che facevo al liceo! Quello che ho sempre desiderato fin da quando ero adolescente, forse anche da quando ero piccolo, era una cosa del tutto diversa: era l'amicizia intesa come valore supremo. C'era una frase che mi piaceva ripetere tra la verità e l'amico, io scelgo sempre l'amico. Lo dicevo per provocazione, ma lo pensavo sul serio. Oggi so che è una massima del tutto superata. [...]Ma ora per noi non vale più. Il mio pessimismo è tale che, ora come ora, sono pronto ad anteporre la verità all'amicizia. Per me l'amicizia era la prova che esiste qualcosa di più forte dell'ideologia, della religione, della patria. Nel romanzo di Dumas, i quattro amici si trovano spesso schierati su fronti contrapposti, e sono quindi costretti a combattere gli uni contro gli altri. Ma questo non incrina minimamente la loro amicizia, e loro quattro continuano ad aiutarsi segretamente, giocando d'astuzia, facendosi beffe delle verità dei rispettivi fronti. Per loro l'amicizia è più importante della verità, della causa, degli ordini superiori, più importante del re e della regina, più importante di ogni altra cosa.[...] Ormai non ci sono più occasioni per mettere alla prova l'amicizia: a nessuno può più capitare di andare a prendere l'amico ferito sul campo di battaglia, né di sguainare la spada per difenderlo dall'aggressione dei banditi. Noi tutti attraversiamo la nostra vita senza incorrere in gravi pericoli, ma anche senza amicizia.[...] Già, perché al giorno d'oggi l'amicizia, svuotata del suo contenuto originario, si è trasformata in un contratto basato sullo scambio di riguardi, insomma in una sorta di patto di cortesia. Ora, chiedere a un amico una cosa che potrebbe creargli dei fastidi è un segno di scortesia.

P.D. E' un mio modo di dire grazie ad alcune persone.

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